L’Italia forma col vino un binomio che, da sempre, è simbolo di eccellenza in tutto il mondo. In questo articolo andiamo a scoprire le principali regione vinicole italiane: dalla Toscana alla Sicilia, dal Piemonte al Veneto, passando per Puglia e Trentino-Alto Adige.
La tradizione vinicola in Italia
L’Italia è il primo Paese produttore di vino al mondo, e non è un caso: la nostra storia vinicola risale a centinaia di anni fa, con i primi processi di vinificazione sperimentati ai tempi dell’antica Roma e dell’antica Grecia. In questo articolo puoi leggere tutta la storia del vino.
Oltre alla quantità, il vino italiano è noto nel mondo anche per la sua qualità e per la grandissima varietà. Tale varietà la si deve innanzitutto alla vasta gamma di terreni, climi, metodi di produzione e persone con la grande passione per il vino. Le diverse condizioni geografiche e climatiche, ma anche culturali e tradizionali, permettono a molte diverse aree della nostra penisola di esprimere la loro personalità unica attraverso il vino, avendo sempre qualcosa di speciale e unico da offrire.
La Toscana tra le principali regioni vinicole italiane
Se chiediamo a degli stranieri di nominare un famoso vino italiano, probabilmente sentiremo pronunciare la parola “Chianti” più e più volte. Indubbiamente, la Toscana è tra le regioni vinicole italiane più famose al mondo.
La vocazione vinicola di questa regione affonda le sue radici in una storia antichissima: secondo alcune testimonianze, già gli Etruschi erano abili nella coltivazione della vite. Oggi, questa tradizione viene combinata a innovazione e sperimentazione, per la produzione di vini tra i più apprezzati e ricercati a livello internazionale. Il territorio certamente aiuta: clima mite, estati calde e secche, temperature invernali moderate. Tutto concorre alla più accurata coltivazione della vite, cosicché le uve possano maturare alla perfezione e sviluppare i complessi aromi tipici dei vini toscani.
Gli appassionati di vino amano questa regione non solo per i suoi vini rossi toscani decisi e corposi, ma anche per la possibilità di degustarli in un contesto mozzafiato: colline dolci e verdissime, filari di cipressi, borghi medievali le cui vie si illuminano alla luce del tramonto.
La regione del Chianti è sicuramente la zona vinicola più famosa in Toscana: le colline di questa area si aprono poetiche tra le province di Siena, Firenze e Arezzo. Ma altre zone toscane sono sempre più apprezzate per la produzione di vino: la Val d’Orcia e dintorni, con gli intramontabili centri di Montalcino e Montepulciano; la Costa degli Etruschi, con i pregiatissimi vini di Bolgheri; San Gimignano, l’Isola d’Elba e infine i Colli di Luni, non lontani dal confine con la Liguria.
Quali vini della Toscana da provare
La Toscana è produttrice di ben 58 vini controllati tra DOC, DOCG e IGT. La maggioranza dei vini toscani sono rossi o rosati, ma in questa regione si produce anche un 15% di vini bianchi. Scoprili di seguito.
Chianti Classico DOCG: un vino rosso rubino dal carattere forte e dal sapore fresco, con note di ciliegia e spezie. È il vino rosso per eccellenza che meglio si abbina ai tradizionali piatti della gastronomia toscana. Viene prodotto principalmente con uve Sangiovese, con l’aggiunta di altre uve nere locali. La zona del Chianti comprende in realtà altre sotto-zone, ognuna con le proprie caratteristiche -> scopri tutti i vini Chianti.
Brunello di Montalcino DOCG: un rosso dalla struttura complessa e dal sapore persistente, viene prodotto esclusivamente con uve Sangiovese coltivate nel territorio intorno a Montalcino. Può essere immesso nel mercato solo dopo 5 anni dalla vendemmia, con un periodo di maturazione in botte (rigorosamente in legno di rovere) di almeno 2 anni -> scopri tutti i vini Brunello.
Vino Nobile di Montepulciano DOCG: un rosso di nuovo a base di uva Sangiovese (che in quel territorio si chiama Prugnolo Gentile), spesso abbinate ad altre varietà a bacca nera locali, come il Canaiolo Nero. Si produce nella zona di Montepulciano e ha un aroma intenso -> scopri tutti i vini Montepulciano.
Carmignano DOC DOCG: un vino particolare, composto da diversi vitigni: Sangiovese al 50%, Canaiolo Nero al 20%, e poi un sapiente mix di Caberbet Sauvignon, Cabernet Franc, Trebbiano toscano, Malvasia e Canaiolo Bianco. Sottoposto ad almeno 8 mesi di invecchiamento, questo vino si produce nella provincia di Prato.
Vernaccia di San Gimignano DOCG: il vino bianco toscano per eccellenza, ha un colore giallo paglierino con riflessi dorati, e un aroma floreale e fruttato. Si produce all’85% con il vitigno omonimo, e per il resto con altre uve a bacca bianca locali.
Bolgheri Sassicaia DOC: di colore rosso rubino e perfetto per i più saporiti piatti di cacciagione, il Sassicaia si produce tra Bolgheri e Castagneto Carducci, nella provincia di Livorno. È a base di Cabernet Sauvignon all’80% -> scopri tutti i vini Sassicaia.
Colli di Luni Vermentino DOC: prodotto in diversi comuni della provincia di Massa-Carrara, questo vino è quasi totalmente a base di Vermentino e ha un delizioso sapore fruttato.
Vin Santo del Chianti Classico DOC: non si può non nominare il vino dolce toscano, da assaggiare nella classica combinazione con i cantucci. Prodotto principalmente con Trebbiano toscano e Malvasia, fa parte dei vini passiti e ha un colore ambrato e intenso.
Regioni vinicole in Italia: l’eleganza del Piemonte
Senza dubbio, il Piemonte rientra tra le principali regioni vitivinicole in Italia. La sua storia di produzione del vino è antichissima, con una tradizione che ha saputo mantenere nel tempo un altissimo livello di qualità. Il Piemonte è stata anche una regione fondamentale per lo sviluppo dell’enologia moderna in Italia: le tecniche di produzione e di vinificazione qui sperimentate hanno contribuito a portare il nostro Paese ai vertici nel mondo del vino. I concetti di terroir e cru, ad esempio, sono entrati nel vocabolario italiano passando proprio dal Piemonte.
Anche in questo caso, clima e paesaggio si uniscono per offrire all’uomo la possibilità di produrre vini unici al mondo. Il territorio collinare e il clima continentale, caldo in estate e freddo in inverno, si aggiungono alla nebbia, che si forma tipicamente in queste zone. Insieme alla varietà di altitudini e alla presenza di numerosi fiumi e valli, è proprio la nebbia a creare un micro-clima molto speciale che concorre alla buona coltivazione delle viti.
Così come in Toscana, anche in Piemonte è possibile abbinare la degustazione di ottimo vino alla bellezza di paesaggi unici: colline tappezzate di verdi vigneti, chiesette colorate, castelli che si stagliano possenti contro il cielo azzurro. La principale area vinicola del Piemonte è sicuramente quella delle Langhe, nella provincia di Cuneo. Qui, tra i borghi di Barolo, La Morra e Monforte d’Alba si producono vini eccellenti. Non sono da dimenticare neanche le vicine zone di Roero e Monferrato Astigiano, dove si producono vini bianchi e vini frizzanti di ottima qualità. Ottimi vini provengono infine dalle Colline Novaresi e dalla Val d’Ossola dell’Alto Piemonte, così come dalle colline nei dintorni di Torino e Saluzzo.
Quali vini del Piemonte da provare
Il Piemonte è produttore di ben 60 vini controllati tra DOCG e DOC. Sebbene questa regione sia conosciuta principalmente per i suoi vini rossi, si producono anche molti vini bianchi: la produzione è del 54% e 46% rispettivamente.
Barolo DOCG: noto come il “re dei vini”, il Barolo viene prodotto con uve Nebbiolo in purezza principalmente sulle colline delle Langhe, nei dintorni del borgo di Barolo. Il disciplinare prevede un periodo di affinamento di 38 mesi, di cui 18 in legno, per il Barolo classico, mentre 62 mesi, di cui sempre 18 in legno, per il Barolo Riserva. È un vino molto strutturato, dal bouquet complesso, in grado di preservare le sue proprietà organolettiche molto a lungo -> scopri tutti i vini Barolo.
Barbaresco DOCG: questo vino rosso è prodotto anch’esso dal 100% di uve Nebbiolo; queste uve devono provenire dai comuni di Barbaresco, Neive e Treiso, nella provincia di Cuneo. L’affinamento deve durare almeno 26 mesi, di cui 9 in legno, per la versione classica, e 50 mesi, di cui sempre 9 in legno, per la Riserva. Il Barbaresco è un vino intenso e tannico, dall’aroma delicato e fruttato -> scopri tutti i vini Barbaresco.
Barbera d’Asti DOCG: questo vino rosso, dall’aroma di ciliegia e frutti di bosco e dal sapore persistente, viene prodotto al 90% con uve Barbera, e per il restante con altre uve nere della zona. Prodotto tra le province di Asti e Alessandria, prevede un invecchiamento di 14 mesi, di cui almeno 6 in legno -> scopri tutti i vini Barbera.
Dogliani DOCG: nella zona di Dogliani troviamo il clima ideale per la produzione di Dolcetto, il vitigno con cui il Dogliani DOCG è prodotto in purezza. Il risultato è un vino color rubino, rotondo e profumato, sottoposto a un affinamento minimo di 12 mesi -> scopri tutti i vini Dogliani.
Roero Arneis DOCG: questo vino, tra i più apprezzati vini bianchi del Piemonte, viene prodotto con il 95% di uve Arneis. Il colore è giallo paglierino, l’aroma delicato e il sapore armonico e intenso -> scopri tutti i vini Roero Arneis.
Moscato d’Asti DOCG: la zona di Asti è particolarmente famosa per i suoi spumanti, che non hanno niente da invidiare agli champagne francesi. Ad Asti si produce anche il Moscato d’Asti DOCG, un vino bianco dolce prodotto al 100% con Moscato bianco. Il colore è giallo paglierino e il profilo olfattivo molto aromatico -> scopri tutti i vini Moscato d’Asti.
Regioni vinicole in Italia: la Sicilia
La Sicilia è una tra le regioni vinicole più grandi e più antiche in Italia. Già ai tempi dei Fenici e dei Greci, infatti, in quest’isola si usava coltivare le viti e produrre una primissima forma di vino. Nell’era moderna, la viticultura in Sicilia ha visto una vera e propria rinascita in particolare nell’ultimo secolo, grazie all’impegno dei produttori locali nel valorizzare le preziose varietà autoctone.
Dal punto di vista della produzione vinicola, il punto di forza della Sicilia è la grande varietà di terreni, che si estendono dalla costa bagnata dal mar Mediterraneo fino alle montagne dell’entroterra, che permettono di trarre vantaggio dalle diverse altitudini. Anche il clima siciliano, con inverni sempre miti ed estati secche e soleggiate, è l’ideale per la coltivazione della vite. A completare l’opera ci sono i ricchi terreni vulcanici, specialmente nella zona dell’Etna, che conferiscono al vino note uniche di mineralità e freschezza.
È proprio l’Etna una delle zone siciliane più a vocazione vinicola. Ma sono molti altri i centri che offrono agli amanti del vino delle vere prelibatezze: dalla pittoresca cittadina costiera di Marsala a quella barocca di Noto, passando per le piccole ma straordinarie isole di Lipari e Pantelleria.
Quali vini della Sicilia da provare
La Sicilia è produttrice di 31 vini controllati tra DOCG, DOC e IGT. La produzione di vini bianchi è leggermente superiore (57%) rispetto a quella di vini rossi e rosati (43%).
Sicilia DOC Nero d’Avola: il Nero d’Avola è il vitigno a bacca rossa in assoluto più importante della Sicilia, utilizzato per la produzione di molti pregiati vini locali. Uno di questi è il Sicilia DOC, prodotto con Nero d’Avola almeno all’85%. Il risultato è un vino color rosso rubino, secco e delicato, dall’aroma di ciliegia e prugna, dal sapore speziato -> scopri tutti i vini Nero d’Avola.
Etna Rosso DOC: un vino elegante, dai sentori minerali, che riflette il terroir unico delle pendici dell’Etna. Il vino è prodotto con uve Nerello Mescalese e Nerello Cappuccio; al palato risulta secco e armonico -> scopri tutti i vini Etna Rosso.
Malvasia delle Lipari DOC: questa denominazione include i vini a base di Malvasia prodotti nelle Isole Eolie, l’arcipelago a nord di Messina. Il più famoso di essi è quello a base di Malvasia bianca, caratterizzato da una naturale dolcezza e perfetto per l’aperitivo -> scopri tutti i vini Malvasia.
Marsala DOC: la denominazione include tutti i vini a base Marsala prodotti nella provincia di Trapani, con i paesi intorno a Marsala tra le zone più vocate alla produzione. I Marsala possono essere a base di uva a bacca bianca (Grillo, Ansonica, Damaschino, Catarratto) o a bacca nera (Nero d’Avola, Nerello Mescalese, Perricone). Le tipologie sono Fine, Superiore, Riserva, Vergine, Soleras, Rubino, Ambra -> scopri tutti i vini Marsala.
Passito di Pantelleria DOC: questo raffinato e preziosissimo vino dolce, famoso in tutto il mondo, si produce con vitigni Zibibbo al 100%. Il colore dorato del passito nasconde un aroma complesso e un sapore dolce e armonico -> scopri tutti i vini Passito.
Il Veneto tra le migliori regioni vinicole in Italia
Con origini antichissime che risalgono alle pratiche vinicole dell’Impero Romano, oggi il Veneto vanta vini eccezionali, che sono punto di riferimento per gli appassionati di vino di tutto il mondo.
Anche in questo caso, è la varietà dei paesaggi veneti a offrire incredibili opportunità per la produzione del vino: si va dai versanti dolomitici alle verdi colline, dalle pianure della Valle del Po fino alle sponde fertili del Lago di Garda. Il clima continentale della regione è mitigato dall’influenza del Mar Adriatico, contribuendo quindi a generare uve di ottima qualità da vitigni sia autoctioni che internazionali.
I vitigni del Veneto sono così ricchi grazie a una fortunata combinazione di soleggiamento, piogge ed escursioni termiche notturne. Questo mix permette un corretto sviluppo di zuccheri e acidi nell’uva, nonché un’ottimale concentrazione degli aromi.
Tra le zone vinicole del Veneto, non possiamo non citare la Valpolicella, da dove provengono i rossi più famosi della regione. La zona di Valdobbiadene è invece notissima per uno dei fini frizzanti più buoni e importanti al mondo: il Prosecco, che si produce anche sui colli intorno alla città di Asolo.
Altre zone a fortissima vocazione vinicola sono quelle di Soave, vicino a Verona, dei Colli Euganei in provincia di Padova e di Bardolino sul Lago di Garda.
Quali vini del Veneto da provare
Il Veneto è produttore di 52 vini controllati tra DOCG, DOC e IGT. Il 78% della produzione vinicola in Veneto riguarda i vini bianchi.
Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG: famoso per la sua effervescenza e per le sue inconfondibili note fruttate e floreali, il Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene viene prodotto principalmente con uve del vitigno Glera. Presenta un colore paglierino con riflessi verdognoli e un gusto sapido ed equilibrato. Esistono anche le versioni Brut, Dry ed Extra Dry -> scopri tutti i vini Valdobbiadene.
Amarone della Valpolicella DOCG: il più noto vino rosso del Veneto si ricava da uve passiti dei vitigni a bacca nera tipici della Valpolicella: Corvina, Corvinone, Rondinella. Dal colore granato con riflessi aranciati, è un vino di struttura e solitamente dall’alta gradazione alcolica, perfetto da abbinare9 ai piatti tipici veneti -> scopri tutti i vini Amarone.
Soave DOCG: un vino bianco, fermo e secco, che si produce con vini a bacca bianca coltivati nella provincia di Verona, principalmente presso il comune di Soave. Il vitigno Garganega rappresenta il 70%, mentre al resto concorrono il Trebbiano di Soave e lo Chardonnay. Dal colore giallo deciso con riflessi verdognoli, presenta aromi floreali e fruttati e un gusto rotondo, con una leggera nota amara finale -> scopri tutti i vini Soave.
Lugana DOC: la zona di produzione del Lugana si estende nel territorio a sud del Lago di Garda, tra la provincia lombarda di Brescia e quella veneta di Verona, nella zona di Peschiera del Garda. Il fertile suolo argilloso di questa zona conferisce a questo vino bianco a base di Turbiana (Trebbiano di Soave) un ricchissimo corredo aromatico e un sapore tra l’acido e il sapido, con note di agrumi, fretta secca e spezie -> scopri tutti i vini Lugana.
Le principali regioni vinicole dell’Italia del Sud: la Puglia
La Puglia è una delle ragioni vinicole più produttive in Italia, famosa principalmente per i suoi rossi di grande carattere. Anche in questo caso, la storia vitivinicola della regione affonda le proprie radici in tempi antichissimi, all’epoca dei Greci, quando le prime varietà autoctone della Puglia (Negroamaro, Uva di Troia) furono introdotte. Fino a qualche tempo fa, i vini pugliesi venivano utilizzati in altre regioni, specialmente nel nord Italia, come “vini da taglio”, ovvero per rinforzare altri vini così da conferire loro struttura, sapore e una più elevata gradazione alcolica. Negli ultimi tempi, però, il Tacco d’Italia sta producendo vini di elevatissima qualità che non hanno niente da invidiare ad altri prodotti vinicoli di altre regioni. La Puglia è anche regione di riferimento in Italia per la produzione di vini rosati.
La Puglia è caratterizzata da un territorio pianeggiante, su cui si concentra gran parte della produzione vinicola, a cui si affianca un territorio collinare che permette una discreta variazione climatica. Il clima è generalmente mediterraneo: inverni miti ed estati calde e secche sono condizioni climatiche ideali per la coltivazione della vite, che raggiunge un’ottima maturazione e sviluppa aromi intensi.
Tra le principali zone vinicole della Puglia, troviamo sicuramente Manduria, un comune in provincia di Taranto dove si coltiva il Primitivo. Il nord della Puglia è poi una regione ad alta vocazione vinicola, tra la provincia di Foggia, il Tavoliere e le aree intorno a Barletta e Castel del Monte. Infine, non si può non citare il Salento: l’area storico-geografica in provincia di Lecce produce molti vini rossi, ma è una delle aree vinicole più importanti in Italia per la produzione di vini rosati.
Quali vini della Puglia da provare
La Puglia è produttrice di 38 vini controllati tra DOCG, DOC e IGT. Il 53% della produzione vinicola in Veneto riguarda i vini rossi e rosati, il 47% vini bianchi.
Primitivo di Manduria DOC: così chiamato perché le sue uve maturano presto, il vitigno Primitivo dà vita a vini rossi scuri, dal sapore profondo e tannico, con note di frutta matura, spezie e cioccolato. Esiste anche una versione dolce del Primitivo: il Primitivo di Manduria Dolce Naturale, prima DOCG a essere assegnata a un vino pugliese -> scopri tutti i vini Primitivo.
Negroamaro di Terra d’Otranto DOC: un altro importantissimo vino rosso pugliese, caratterizzato da note di frutta nera, tabacco e spezie, e da una ricca struttura. In questa denominazione sono inclusi anche tre vini rosati (fermo, frizzante e spumante) -> scopri tutti i vini Negroamaro.
Aleatico di Puglia DOC: si tratta di una denominazione che ricopre diversi vini rossi a base di vitigno Aleatico, prodotti in un’ampia regione che si estende in tutte le province pugliesi. Grazie al clima soleggiato della Puglia, le uve sviluppano un’alta concentrazione zuccherina, ed è per questo che i vini prodotti con l’Aleatico della Puglia sono tendenzialmente più dolci e a più elevata gradazione alcolica.
Salice Salentino DOC: un ottimo vino rosso prodotto principalmente con uve Negroamaro e Malvasia Nera, il Salice Salentino è apprezzato per le sue note di frutta rossa, spezie ed erbe aromatiche -> scopri tutti i vini Salice Salentino.
Principali regioni vinicole d’Italia: il Trentino Alto Adige
Nel nostro viaggio attraverso le regioni italiane che producono il miglior vino, facciamo una tappa finale in Trentino-Alto Adige, una regione a forte vocazione vinicola.
Nonostante le due province (Trento e Bolzano) presentino caratteristiche territoriali, culturali e tradizionali diverse, entrambe hanno una cosa in comune: la produzione di vini non enorme in termini di quantità, ma sicuramente di un’elevatissima qualità.
In questa regione prettamente montuosa, la posizione geografica delle viti gioca un ruolo fondamentale, così come le ottime condizioni climatiche sia lungo la fertile Valle dell’Adige e sui pendii collinari/montuosi che la costeggiano, sia nelle zone collinari intorno ai due capoluoghi. Anche il clima favorisce la coltivazione della vite: inverni freddi, estati calde e soleggiate, ma non eccessivamente. Aiutano anche la buona esposizione solare, la protezione delle montagne dai venti freddi del nord e l’escursione termica notturna, così come la composizione del suolo. Infatti, calcare, argilla e ghiaia in Trentino favoriscono la maturazione delle uve, mentre sabbia, argilla e calcare in Alto Adige donano un profilo aromatico unico ai vini.
Quali vini del Trentino da provare
13 vini controllati tra DOC e IGT. Ben il 68% della produzione è riservata ai vini bianchi, mentre il restante 32% riguarda vini rossi e rosati.
Trento DOC: dalla tradizione plurisecolare di produzione di spumante metodo classico in Trentino, nasce questo spumante da uve Chardonnay, Pinot Nero, Pinot Bianco e Pinot Meunier. Noto per la sua freschezza e il perfetto equilibrio tra dolcezza e acidità, il Trento DOC viene prodotto in molte valli del Trentino, tra cui Val di Cembra e Valsugana -> scopri tutti i vini Trento DOC.
Trentino Lagrein DOC: i vini con questa denominazione sono prodotti almeno all’85% con uve Lagrein, un vitigno autoctono dell’Alto Adige. Il Lagrein ha un colore rosso rubino ed è caratterizzato da note di frutta, cioccolato e spezie; la sua struttura è tannica e ben equilibrata -> scopri tutti i vini Lagrein.
Teroldego Rotaliano DOC: vitigno autoctono in Trentino sin dai tempi dei Romani, si coltiva principalmente intorno ai centri di Mezzolombardo e Mezzocorona. Dai sentori di frutti di bosco e dal corpo avvolgente, questo vino rosso è perfetto da accompagnare ai formaggi e salumi tipici trentini.
Gewürztraminer: coltivato principalmente nell’Alto Adige, questo vitigno dà vita a un vino bianco molto aromatico e complesso, con note di rosa e spezie -> scopri tutti i vini Gewürztraminer.
Conoscere le principali regioni vinicole italiane con Bit Of Wine
Si sa: l’Italia è unica nel mondo per la sua enorme diversità di paesaggi naturali, per il suo clima mediterraneo e per la straordinaria ricchezza di ecosistemi.
Tutto questo permette al nostro Belpaese di produrre alcuni tra i vini più apprezzati e rinomati a livello internazionale. Oltre alle regioni che abbiamo visto in questo articolo, ci sarebbero molte altre zone vinicole italiane (e relativi vini) da menzionare. Dal Lambrusco dell’Emilia-Romagna all’Aglianico della Campania, dal Vermentino di Sardegna agli spumanti della Franciacorta in Lombardia, gli appassionati di vino potrebbero girare l’Italia per mesi senza mai aver paura di bere male.
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